L'innovazione digitale "umano-centrica"
La trasformazione digitale in atto impone a tutte le organizzazioni di ripensare i propri processi, le strategie, la gestione delle attività e delle risorse umane coinvolte. Il 28 ottobre scorso, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci su queste tematiche e di mostrare le potenzialità della Realtà Aumentata a professionisti di alto livello in occasione del “2019 General Partners’ Meeting Italia“, evento interno organizzato dalla filiale italiana di Ernst & Young, tra le più importanti società di consulenza a livello globale, tenutosi presso il Hilton Metropole a Firenze.
L’obiettivo della conferenza era quello di allineare i partner di EY sull’approccio condiviso nei confronti dell’innovazione tecnologica, definendo i criteri di gestione e valutazione in grado di orientare la selezione dei prodotti e dei servizi digitali capaci di generare un vero vantaggio competitivo. Al centro della scelta vi è però sempre la persona insieme ai benefici e al livello di benessere che ricava dall’utilizzo di nuovi strumenti, come ha sottolineato il Prof. Fabio Babiloni, neuroscienziato e Chief Scientific Officer presso BrainSigns, intervenuto sul palco a fianco di Donato Iacovone, managing partner EY:
In un contesto di accelerata trasformazione digitale, la misura dell’uomo in termini di capacità, benessere, apertura, soddisfazione, vantaggio rispetto all’uso di nuove tecnologie diventa sfida fondamentale.
Si auspica, quindi, una sorta di nuovo rinascimento in chiave tecnologica che, di fronte all’avvento delle Intelligenze Artificiali, possa mantenere la centralità dell’essere umano, potenziato ma non sostituito, reso “inutile e irrilevante” dalle macchine, un pericolo da cui ci mette in guardia anche lo storico Yuval Harari nel suo ultimo libro “21 lezioni per il XXI secolo“; le scoperte tecnologiche dovrebbero invece supportare la persona nella realizzazione del proprio potenziale creativo e nella ricerca dell’eccellenza trasversale. In quest’ottica, è stata scelta proprio la figura di Leonardo da Vinci come emblema dell’evento EY, di cui quest’anno ricorre anche il cinquecentenario dalla scomparsa.
L'innovazione digitale "umano-centrica"
La trasformazione digitale in atto impone a tutte le organizzazioni di ripensare i propri processi, le strategie, la gestione delle attività e delle risorse umane coinvolte. Il 28 ottobre scorso, abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci su queste tematiche e di mostrare le potenzialità della Realtà Aumentata a professionisti di alto livello in occasione del “2019 General Partners’ Meeting Italia“, evento interno organizzato dalla filiale italiana di Ernst & Young, tra le più importanti società di consulenza a livello globale, tenutosi presso il Hilton Metropole a Firenze.
L’obiettivo della conferenza era quello di allineare i partner di EY sull’approccio condiviso nei confronti dell’innovazione tecnologica, definendo i criteri di gestione e valutazione in grado di orientare la selezione dei prodotti e dei servizi digitali capaci di generare un vero vantaggio competitivo. Al centro della scelta vi è però sempre la persona insieme ai benefici e al livello di benessere che ricava dall’utilizzo di nuovi strumenti, come ha sottolineato il Prof. Fabio Babiloni, neuroscienziato e Chief Scientific Officer presso BrainSigns, intervenuto sul palco a fianco di Donato Iacovone, managing partner EY:
In un contesto di accelerata trasformazione digitale, la misura dell’uomo in termini di capacità, benessere, apertura, soddisfazione, vantaggio rispetto all’uso di nuove tecnologie diventa sfida fondamentale.
Si auspica, quindi, una sorta di nuovo rinascimento in chiave tecnologica che, di fronte all’avvento delle Intelligenze Artificiali, possa mantenere la centralità dell’essere umano, potenziato ma non sostituito, reso “inutile e irrilevante” dalle macchine, un pericolo da cui ci mette in guardia anche lo storico Yuval Harari nel suo ultimo libro “21 lezioni per il XXI secolo“; le scoperte tecnologiche dovrebbero invece supportare la persona nella realizzazione del proprio potenziale creativo e nella ricerca dell’eccellenza trasversale. In quest’ottica, è stata scelta proprio la figura di Leonardo da Vinci come emblema dell’evento EY, di cui quest’anno ricorre anche il cinquecentenario dalla scomparsa.
Per indagare il rapporto tra persone e nuove tecnologie, nella sala del meeting sono stati allestiti cinque corner esperienziali, posti sotto la direzione del Prof. Babiloni e del suo team di BrainSigns, un laboratorio di neuroscienze nato come spin-off dell’Università di Roma La Sapienza, che si occupa di registrare e analizzare i segnali prodotti dal cervello e che ha condotto delle vere e proprie sessioni di ricerca durante l’evento.
Ogni corner era dotato non solo di una tecnologia diversa ma le sperimentazioni intendevano dare delle risposte a domande specifiche come Siamo pronti a guidare la digital transformation?, Quali informazioni attirano maggiormente la nostra attenzione?, Quali sono le vie per il “miglioramento continuo”?, Come guidare le scelte finanziarie grazie alle emozioni? – andando, per esempio, a misurare attraverso test individuali basati su video il grado di apertura delle persone nei confronti della tecnologia; oppure, registrando, attraverso strumenti di eye traking, le informazioni che rimanevano più impresse dopo aver visualizzato una serie di documenti; coinvolgendo i partecipanti in un simulazione in Realtà Virtuale (VR) di sfide legate all’Industria 4.0; indagando attraverso tecniche di sentiment analysis di NVISO come sia possibile predire scelte di natura finanziaria sulla base della lettura facciale.
Per indagare il rapporto tra persone e nuove tecnologie, nella sala del meeting sono stati allestiti cinque corner esperienziali, posti sotto la direzione del Prof. Babiloni e del suo team di BrainSigns, un laboratorio di neuroscienze nato come spin-off dell’Università di Roma La Sapienza, che si occupa di registrare e analizzare i segnali prodotti dal cervello e che ha condotto delle vere e proprie sessioni di ricerca durante l’evento.
Ogni corner era dotato non solo di una tecnologia diversa ma le sperimentazioni intendevano dare delle risposte a domande specifiche come Siamo pronti a guidare la digital transformation?, Quali informazioni attirano maggiormente la nostra attenzione?, Quali sono le vie per il “miglioramento continuo”?, Come guidare le scelte finanziarie grazie alle emozioni? – andando, per esempio, a misurare attraverso test individuali basati su video il grado di apertura delle persone nei confronti della tecnologia; oppure, registrando, attraverso strumenti di eye traking, le informazioni che rimanevano più impresse dopo aver visualizzato una serie di documenti; coinvolgendo i partecipanti in un simulazione in Realtà Virtuale (VR) di sfide legate all’Industria 4.0; indagando attraverso tecniche di sentiment analysis di NVISO come sia possibile predire scelte di natura finanziaria sulla base della lettura facciale.
Infine, alla domanda Può il supporto digitale ridurre la fatica della nostra mente?, è stata abbinata la tecnologia AR di JoinPad, che ha visto due partecipanti alla volta impegnati nella costruzione del modellino del ponte autoportante di Leonardo da Vinci: un partecipante doveva seguire le istruzioni cartacee e l’altro istruzioni in Realtà Aumentata fornite tramite smartphone dalla nostra applicazione appositamente creata per l’evento.
Nel nostro caso, il team di BrainSigns monitorava la baseline fisiologica delle persone tramite headset EEG, tempo di realizzazione del ponte e Mental fatigue a livello inconsapevole. I risultati dell’esperimento della durata complessiva di un’ora, possono essere così riassunti: chi ha seguito le istruzioni cartacee ha riscontrato un basso livello di stress iniziale attribuile alla maggiore familiarità con il medium, ma registrava un incremento di stress durante il processo di costruzione in quanto doveva interpretare tutti passaggi man mano che procedeva. Nei soggetti che hanno usato l’applicazione in AR, invece, è stato rilevato un alto picco di stress iniziale dovuto alla scarsa se non inesistente dimestichezza con il tipo di tecnologia; questi hanno quindi impiegato più tempo nella costruzione del modello utilizzando maggiori risorse cognitive, ma dopo un momento iniziale più difficoltoso, procedevano nell’attività meno stressati.
Infine, alla domanda Può il supporto digitale ridurre la fatica della nostra mente?, è stata abbinata la tecnologia AR di JoinPad, che ha visto due partecipanti alla volta impegnati nella costruzione del modellino del ponte autoportante di Leonardo da Vinci: un partecipante doveva seguire le istruzioni cartacee e l’altro istruzioni in Realtà Aumentata fornite tramite smartphone dalla nostra applicazione appositamente creata per l’evento.
Nel nostro caso, il team di BrainSigns monitorava la baseline fisiologica delle persone tramite headset EEG, tempo di realizzazione del ponte e Mental fatigue a livello inconsapevole. I risultati dell’esperimento della durata complessiva di un’ora, possono essere così riassunti: chi ha seguito le istruzioni cartacee ha riscontrato un basso livello di stress iniziale attribuile alla maggiore familiarità con il medium, ma registrava un incremento di stress durante il processo di costruzione in quanto doveva interpretare tutti passaggi man mano che procedeva. Nei soggetti che hanno usato l’applicazione in AR, invece, è stato rilevato un alto picco di stress iniziale dovuto alla scarsa se non inesistente dimestichezza con il tipo di tecnologia; questi hanno quindi impiegato più tempo nella costruzione del modello utilizzando maggiori risorse cognitive, ma dopo un momento iniziale più difficoltoso, procedevano nell’attività meno stressati.
Gli esperimenti hanno dimostrato che le nuove tecnologie richiedono sicuramente un minimo di attività di training all’inizio, anche solo di qualche ora, ma in seguito, permettono di ridurre il tempo, la fatica e aumentare la produttività personale nello svolgimento di una data attività lavorativa. Nelle parole di Donato Iacovone:
I dati dimostrano che non è il mercato o la tecnologia a fare la differenza o a guidare la scelta di una tecnologia piuttosto che l’altra ma il fattore umano: i bisogni delle persone, gli impatti sulle persone sono quelli che dovranno guidarci e che ci permetteranno di fare scelte competitive nel lungo periodo.
L’area esperienziale creata per l’evento ha rappresentato su piccola scala quello che poi diventerà lo spazio esperienziale “Wavespace” di Ernst & Young a Roma, uno spazio collaborativo e show-room che funge da punto di incontro tra comunità digitali e aziende in cerca di soluzioni innovative come la Realtà Aumentata nell’ambito della quale JoinPad e EY stanno sperimentando diversi format da predisporre all’interno del Wavespace.
Gli esperimenti hanno dimostrato che le nuove tecnologie richiedono sicuramente un minimo di attività di training all’inizio, anche solo di qualche ora, ma in seguito, permettono di ridurre il tempo, la fatica e aumentare la produttività personale nello svolgimento di una data attività lavorativa. Nelle parole di Donato Iacovone:
I dati dimostrano che non è il mercato o la tecnologia a fare la differenza o a guidare la scelta di una tecnologia piuttosto che l’altra ma il fattore umano: i bisogni delle persone, gli impatti sulle persone sono quelli che dovranno guidarci e che ci permetteranno di fare scelte competitive nel lungo periodo.
L’area esperienziale creata per l’evento ha rappresentato su piccola scala quello che poi diventerà lo spazio esperienziale “Wavespace” di Ernst & Young a Roma, uno spazio collaborativo e show-room che funge da punto di incontro tra comunità digitali e aziende in cerca di soluzioni innovative come la Realtà Aumentata nell’ambito della quale JoinPad e EY stanno sperimentando diversi format da predisporre all’interno del Wavespace.
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